Su musiche di Prokofiev, il balletto offerto ai catanzaresi è stato una ventata d’aria nuova: partendo dal classico.
Il 2020 è iniziato all’insegna della leggerezza, intesa come levità, al Teatro Politeama. Ieri sera, da cartellone, è andata in scena la Roma City Ballet Company con un titolo che la dice tutta, “Cenerentola”. Su musiche di Prokofiev, il balletto offerto ai catanzaresi è stato una ventata d’aria nuova: partendo dal classico, la Cenerentola firmata da Luciano Cannito ha strizzato l’occhio al moderno, rendendo tutto lo spettacolo più energico e coinvolgente anche per chi della danza non è propriamente appassionato. La rispolverata a opera del coreografo e regista ciociaro – nome diventato negli ultimi anni un asso nella manica per il Politeama e per il suo sovrintendente Gianvito Casadonte -, è stata sì nelle coreografie, semplici ma articolate, molto dinamiche e veloci, ma anche in alcune scelte, azzeccate. Prima di tutto il simpatico personaggio della madrina di Cenerentola affidato a Manuel Paruccini che, in perfetta sintonia con le sorellastre Silvia Accardo e Corinne De Bok, ha presentato scene esilaranti, da ridere proprio: il trio è stato talmente divertente da far dimenticare il vero ruolo che gioca nelle versioni della favola dei vari Perrault, Grimm e Basile, per non dire Disney.
Poi i costumi e le scene: il ballo a corte è finalmente scuro, finanche un po’ troppo scollacciato per le ballerine, ma mette ancora di più in risalto il candore e la purezza di Cenerentola e del suo principe che, abbandonata la mise azzurra, è vestito di bianco, come la sua innamorata. Belli, i costumi di Giusi Giustino – e non potrebbe essere altrimenti -, dai topolini alla fata madrina, passando per le pretendenti del principe, finendo agli abiti della matrigna e delle sorellastre. Molto belle anche le scene di Michele Della Cioppa, pure piuttosto ricche per un balletto: con giochi di luci e ombre, e qualche proiezione sui fondali hanno sfruttato il palcoscenico in profondità dando il senso della sala reale delle danze e dei giardini al suo esterno dove i due innamorati si conoscono e si lasciano, ma hanno anche trasformato la mitica zucca in carrozza e dato l’ora. Già, perché, bellissima e molto da Alice nel paese delle meraviglie, è stata la resa dello scorrere dei minuti: gli orologi giganti proiettati su fondali e il corpo di ballo a scandire i battiti in maniera vistosa, hanno dato un tocco rock a uno spettacolo già di per sé magico.
Infine i protagonisti: perfetta incarnazione dell’innocenza di Cenerentola, emozione pura sulle punte, è stata Virna Toppi. Prima ballerina alla Scala di Milano, ora impegnata nello stesso ruolo in un anno sabbatico oltralpe con il Bayerisches Staatsballet di Monaco – e tra le ospiti del recente show televisivo “Danza con me” di Roberto Bolle -, la Toppi ha convinto fin dalla sua prima apparizione in scena, una certezza. Ad affiancarla, perfetto nella parte del principe, Emilio Pavan, anche lui primo ballerino a Monaco, la cui interpretazione è stata autorevole, bella.
Sebbene con qualche imperfezione tra le fila maschili, anche il corpo di ballo è piaciuto senza riserve, delicato ma allo stesso tempo efficace in ogni sua parte: è il segno, in controtendenza rispetto alle chiusure degli ultimi periodi, che l’idea del direttore artistico della Roma City Ballet Company Luciano Cannito – e qui anche del produttore Fabrizio Di Fiore – funziona. E’ quella di una compagnia giovane, energica, selezionata a livello internazionale, che non ha paura a proporre i grandi classici, una vera boccata d’aria per la danza di italica fattura. E che il pubblico mostra di apprezzare: il sold out ostentato all’ingresso del Politeama lo ha testimoniato, così come i tanti bambini e giovani presenti in sala.
Carmen Loiacono
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