ORFEO
io la musica sono

Regia, rielaborazione musicale e drammaturgia:
MARIO TRONCO

Opera inedita ispirata all’Orfeo di Claudio Monteverdi

Mercoledì 30 Aprile 2025 ore 21:00

In collaborazione con
Maria Laura Martorana,
Raffaele Schiavo e
Simone Colavecchi

Da un’idea di Nico Staiti

Lo spettacolo coprodotto da Fondazione Politeama e Conservatorio “P. I. Tchaikovsky”, unisce mito, musica barocca e influenze popolari nella composizione di Monteverdi.

L’Orfeo, melodramma di Claudio Monteverdi su libretto di Alessandro Striggio, fu composto nel 1607 per essere eseguito alla corte di Mantova nel periodo di carnevale. Successivamente, fu replicato in molte città d’Italia, tra cui Bologna (ove la rappresentazione ebbe luogo a Palazzo Marescotti, oggi sede del Dipartimento delle Arti). Anche in ragione dell’ampiezza dell’organico – la partitura originale prevedeva il coinvolgimento di oltre quaranta elementi – per le diverse messe in scena venivano reclutati musicisti locali: verosimilmente soldati, con le proprie trombe, e pastori, con gli strumenti delle tradizioni locali.
Il melodramma, quindi, si è nutrito di elementi timbrici e lessicali che appartenevano al paesaggio sonoro del suo tempo, tra cui melodie e modi d’intonazione dei cantastorie o scansioni metriche che appartengono alle tradizioni epiche dei narratori che percorrevano le strade d’Europa e d’Oriente. Il compositore, quindi, scelse deliberatamente di inserire nei propri organici strumenti suonati da musicisti estranei alla tradizione scritta.

L’elaborazione musicale e registica proposta da Mario Tronco, in collaborazione con Maria Laura Martorana, Raffaele Schiavo e Simone Colavecchi, presenta a propria volta una concreta attualizzazione del paesaggio sonoro, attingendo ancora alla tradizione popolare utilizzando sia il canto polifonico sia gli strumenti musicali, come la ciaramella, il friscaletto, la chitarra battente e diversi tipi di tamburelli. Una riscrittura della durata di circa un’ora e un quarto, che nel rispetto dell’opera originale, lascia una grande libertà interpretativa nella partitura e rilevanti rielaborazioni nel libretto.